Direzione
Generale Istruzione Secondaria di 1° Grado - Div.
II
Prot.
n.15870
Attività
di formazione anno scolastico 2000-2001.
Formazione del personale docente e dirigente degli
istituti comprensivi istituiti dal I settembre
2000; L’organico funzionale nel processo di
costruzione dell’autonomia scolastica Poli di
documentazione regionali.
Il
documento programmatico diramato con C.M. n. 269
del 6 dicembre 2000 ha definito il piano delle
azioni di formazione in servizio predisposto a
sostegno dello sviluppo professionale del
personale della scuola dalla Direzione Generale
per l’anno 2000-2001. Il documento delinea le
linee programmatiche del piano e definisce
l’impianto progettuale delle diverse iniziative
promosse che saranno oggetto di approfondimento in
un convegno nazionale programmato per la fine del
mese di gennaio 2001.
Con
la presente circolare si forniscono indicazioni
operative rispetto agli snodi fondamentali di
attuazione degli interventi formativi concernenti:
1.
la formazione del personale dirigente e docente
degli istituti comprensivi istituiti nell’anno
scolastico 2000-2001;
2.
l’organico funzionale nel processo di
costruzione dell’autonomia scolastica;
3.
i poli di documentazione regionali.
1.
FORMAZIONE DEL PERSONALE DIRIGENTE E DOCENTE DEGLI
ISTITUTI COMPRENSIVI ISTITUITI DAL 1° SETTEMBRE
2000
Il
Ministero della Pubblica Istruzione, fin dalla
prima applicazione della legge istitutiva degli
istituti comprensivi, ha avviato un continuo ed
intenso programma di formazione per il personale
dirigente e docente di tali scuole a sostegno dei
nuovi assetti organizzativi.
In
particolare, questa Direzione Generale, in
attuazione dei compiti di coordinamento ad essa
affidati, ha supportato il costante incremento del
numero degli istituti comprensivi con:
·
l’emanazione
di apposite circolari e direttive tese a fornire
indicazioni per la soluzione di problemi di
carattere giuridico, amministrativo-contabile e
organizzativo;
·
l’attivo
coinvolgimento degli ispettori tecnici (Nuclei
Operativi Regionali) con compiti di assistenza,
formazione e monitoraggio;
·
la diffusione
del rapporto intermedio e finale sul primo anno di
funzionamento degli istituti comprensivi;
·
la
pubblicazione del volume n. 83 di Studi e
Documenti del Ministero della P.I.
dal titolo “Gli Istituti Comprensivi”;
·
l’elaborazione
del documento “Le condizioni di successo
dell’istituto comprensivo”, diffuso con C.M.
n.227 del 30.9.1999, che affronta i nodi centrali
del funzionamento di tale tipologia scolastica
sotto gli aspetti del contesto professionale,
della progettazione formativa, degli apprendimenti
e delle competenze degli allievi;
·
la
pubblicazione del rapporto finale relativo al
Progetto di Ricerca-Azione:
“L’Istituto
Comprensivo Sperimentale: laboratorio per
l’innovazione”, realizzato nel triennio
1997-99, che è stato distribuito a tutti gli
istituti comprensivi con la C.M. n. 186 del
21.7.2000, (il volume è in corso di ristampa per
la diffusione presso gli istituti comprensivi
istituiti dal 1°-9-2000); · la creazione del
CD-ROM:” ICS Files”, inviato, oltre che agli
istituti comprensivi, a tutte le scuole medie.
L’intervento
formativo che sarà realizzato nell’anno
scolastico 2000-2001 si pone in continuità con le
esperienze pregresse e intende fornire anche un
sostegno al processo di attuazione
dell’autonomia proponendo uno stretto legame tra
elaborazioni concettuali e pratica scolastica.
L’azione formativa, i cui obiettivi sono
analiticamente definiti nel documento
programmatico, è finalizzata a consolidare nei
dirigenti e nei docenti una professionalità che
si rapporti alla specificità dell’istituto
comprensivo in un’ottica di integrazione delle
competenze.
Per
assicurare omogeneità di quadro agli interventi
da realizzare a livello regionale, si indicano qui
di seguito alcune modalità operative.
La formazione, focalizzata, come precisato
nella C.M. 269, sulle tre aree tematiche
dell’articolazione istituzionale,
dell’organizzazione didattica e della
organizzazione e gestione delle risorse, ha come
destinatari non solo i dirigenti scolastici degli
istituti comprensivi istituiti dal 1° settembre
2000, ma anche i dirigenti che, per effetto della
mobilità, sono stati chiamati a dirigere per la
prima volta un istituto comprensivo.
Nella
scelta dei docenti, uno per ciascuno dei tre
segmenti presenti nell’istituto comprensivo, è
opportuno che l’individuazione, da effettuarsi
in accordo con il Dirigente scolastico, privilegi
coloro che offrono maggiori garanzie di continuità
di servizio nella stessa sede.
Nell’impostare
il progetto d’intervento sarà indispensabile
partire da un approfondimento degli aspetti
organizzativi, pedagogici, curricolari, propri dei
segmenti scolastici che compongono l’istituto
comprensivo e dall’analisi degli elementi
caratterizzanti tale modello di scuola, così come
si sono delineati nel tempo, facendo riferimento
agli esiti sia conseguiti in percorsi di
formazione promossi dal Ministero sia scaturiti da
autonome esperienze realizzate sul territorio.
Parimenti,
nell’identificare i soggetti cui affidare la
responsabilità della formazione, è opportuno che
si tenga conto delle risorse presenti sul
territorio, anche in termini di personale
scolastico già formato in precedenti iniziative,
in particolare Dirigenti scolastici e docenti che
hanno preso parte al progetto “L’Istituto
Comprensivo sperimentale: laboratorio per
l’innovazione” (all. n. 1).
L’adozione
di tale criterio consente di non disperdere il
patrimonio di competenze professionali formatosi
nel tempo, che costituisce una risorsa non solo
per gli istituti comprensivi ma anche per le
scuole della fascia dell’obbligo.
Si sottolinea l’importanza di collegare
l’azione di formazione al contesto operativo dei
soggetti coinvolti affinché la scuola, nella sua
autonomia, con le sue occasioni di ricerca,
incontro, progettazione, verifica, si ponga
effettivamente come un contesto di apprendimento
per i professionisti che vi operano.
Il
piano regionale di formazione, elaborato
avvalendosi del NOR e del dirigente scolastico
della scuola responsabile della gestione dei
fondi, dovrà definire le modalità organizzative
per la realizzazione delle varie fasi
dell’intervento formativo. Esso dovrà fra
l’altro indicare i modi e i tempi di attuazione
del monitoraggio e della valutazione delle attività,
nonché le modalità per garantire una efficace
circolazione degli esiti della formazione che
dovranno assumere la veste di prodotti visibili
(sia su supporto cartaceo che informatico) e
fruibili quali strumenti di autoformazione.
Particolare
cura dovrà essere posta nell’individuare
modalità efficaci di valutazione degli esiti
della formazione in termini soprattutto di
competenze acquisite dai partecipanti.
Il
progetto ha durata annuale. Il percorso formativo,
oltre a garantire la realizzazione di tappe
progressive significative per lo sviluppo ed il
consolidamento delle competenze, dovrà prevedere
anche un’articolazione dei tempi tale da offrire
in itinere risposte efficaci a bisogni immediati.
Nel rispetto dell’autonomia progettuale
delle singole strutture tecniche regionali vanno
previste forme di interazione (a livello
interregionale, regionale, provinciale,
interprovinciale) tra dirigenti e/o docenti tali
da creare un circuito di comunicazioni e di scambi
di esperienze, materiali, soluzioni ecc. Il piano
regionale dovrà essere tempestivamente inviato
alla scrivente Direzione Generale.
Il
monitoraggio dell’iniziativa di formazione si
attuerà attraverso:
·
la redazione
di un rapporto finale, curata dal responsabile del
NOR, secondo il modello allegato (all. n. 2)
·
la
compilazione di un rapporto di monitoraggio e
valutazione dell’azione di formazione, curata
dagli Ispettori del NOR, secondo modelli
sviluppati autonomamente in coerenza con il piano
regionale di formazione.
Per
la valutazione dei risultati conseguiti si rimanda
alla parte del documento programmatico nella quale
sono definiti gli esiti attesi.
Sia
il rapporto finale che il rapporto di monitoraggio
e valutazione dovranno essere inviati a questo
Ministero, che a sua volta curerà
l’elaborazione e diffusione di un rapporto di
sintesi.
I
fondi per la realizzazione delle iniziative di
formazione sono stati attribuiti ai singoli Uffici
Scolastici regionali in ragione del numero degli
Istituti comprensivi istituiti dal 1.9.2000 (vedi
allegato 1 alla C.M. n 269/2000).
2.
L’ORGANICO FUNZIONALE NEL PROCESSO DI
COSTRUZIONE DELL’AUTONOMIA SCOLASTICA
Il
quadro normativo che disegna la scuola
dell’autonomia individua nell’organico
funzionale uno strumento strategico per il
migliore utilizzo delle risorse e delle strutture
in funzione di un piano dell’offerta formativa
rispondente alle esigenze del territorio.
Questa
Direzione Generale, al fine di orientare e
sostenere le 68 scuole medie che nell’anno
scolastico 1999/2000 hanno applicato l’organico
funzionale, ha fornito, con circolare n. 196/99,
alcune indicazioni sulle possibili forme
innovative di organizzazione didattica, in
coerenza con le previsioni del D.P.R. n. 275/99 che detta norme per l’autonomia scolastica.
In
quel contesto sono state date istruzioni anche
perché gli istituti comprensivi della scuola
materna, elementare e media possano sperimentare,
nell’ambito delle disponibilità di organico
assegnate, nuove forme di gestione del tempo di
docenza e di organizzazione didattica volte a
favorire la continuità in attuazione di un
progetto educativo unitario.
Il
progetto muove dall’esperienza e dagli esiti
delle azioni di formazione che la Direzione
Generale ha realizzato nell’anno scolastico
1999/2000 a sostegno delle 68 scuole sopraindicate
e si pone l’obiettivo di creare le condizioni
per l’estensione dell’organico funzionale a
tutte le scuole medie e istituti comprensivi
sensibilizzando gli operatori scolastici alle
maggiori opportunità che il nuovo modello
organizzativo offre alla progettualità dei
collegi dei docenti e alla individuazione di
percorsi didattici improntati a una maggiore
efficacia dell’insegnamento. Dal punto di vista
organizzativo è prevista l’individuazione di 40
scuole polo, determinate da una a cinque per ogni
regione, in rapporto al numero delle istituzioni
scolastiche che vi operano (vedi allegato 2 alla
C.M. n. 269/2000)
Ciascuna
scuola polo avrà l’impegno di organizzare
l’attività di formazione per altre 40 scuole ad
essa collegate. In questo modo il progetto potrà
coinvolgere, per il corrente anno, 1600
istituzioni scolastiche.
Le
scuole polo dovranno essere individuate
dall’Ufficio Scolastico Regionale secondo
criteri che consentano di ottimizzare e
valorizzare le esperienze pregresse e le diverse
articolazioni territoriali regionali. Sarà
opportuno, pertanto, tenere in debito conto le
scuole che già hanno applicato l’assetto
organizzativo dell’organico funzionale (all. n.
3), quelle che hanno sperimentato il tempo
flessibile (all. n. 4), gli istituti comprensivi
sperimentali (all. n. 1.), nonché le scuole che
hanno realizzato significative forme di
sperimentazione dell’autonomia organizzativa.
Al
responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale
è inoltre affidata la costituzione di un Gruppo
di Coordinamento Regionale rappresentativo delle
competenze espresse dal personale ispettivo,
direttivo e docente. E’ opportuno che il Gruppo
sia composto, in linea di massima, dal
responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale o
da un suo rappresentante, da uno o due ispettori,
da uno o due docenti provenienti dai nuclei di
supporto all’autonomia, nonché,
necessariamente, dai dirigenti scolastici delle
scuole polo individuate.
Al
Gruppo di Coordinamento Regionale è affidato il
compito di:
·
individuare 40
istituzioni scolastiche (scuole medie e istituti
comprensivi) per ciascun polo, selezionate
prioritariamente secondo i criteri indicati nel
punto precedente per la scelta delle scuole polo;
·
coordinare
l’organizzazione delle attività di formazione
progettate dalle scuole polo, secondo gli
indirizzi elaborati dal gruppo nazionale;
·
realizzare le
azioni di monitoraggio per misurare il grado di
efficacia ed efficienza delle iniziative, sia
attraverso un sistema di rilevazioni costanti che
individuino tempestivamente difficoltà e
propongano correttivi, sia attraverso una
relazione finale, da inviare al Gruppo di
coordinamento Nazionale, contenente i dati
quantitativi e qualitativi delle attività
monitorate;
·
favorire il
collegamento tra le scuole polo e i Poli Regionali
di Documentazione, costituiti nell’ambito delle
iniziative rivolte agli Istituti Comprensivi (vedi
paragrafo successivo), per la raccolta dei
materiali e la loro diffusione in rete, al fine di
creare un circuito di comunicazione che agevoli il
miglioramento del servizio;
·
mantenere
rapporti con il Gruppo di Coordinamento nazionale
al fine della realizzazione omogenea
dell’ipotesi progettuale;
Ai
componenti dei Gruppi di Coordinamento Regionali
sono destinate apposite iniziative di formazione
la prima delle quali sarà realizzata nel mese di
gennaio 2001. Per consentirne la tempestiva
organizzazione gli Uffici Scolastici Regionali
sono invitati a trasmettere la composizione del
Gruppo a questa Direzione Generale (e-mail:
dg1grado.div2@istruzione.it / fax 0658495840)
entro il prossimo 8 gennaio.
Alle
scuole polo è affidata la progettazione e la
realizzazione, dei percorsi di formazione rivolti
alle 40 scuole collegate (almeno tre incontri per
complessive 28 ore) in coerenza con gli indirizzi
che il Gruppo di Coordinamento Nazionale fornirà
nel corso dei seminari. L’attività formativa,
che affronterà le problematiche connesse
all’applicazione del modello organizzativo
dell’organico funzionale e alla sua ricaduta sul
piano didattico, è indirizzata al dirigente
scolastico e a due docenti per ciascuna scuola
coinvolta.
Considerata
la rilevanza che la circolazione dei modelli e dei
percorsi sperimentati assume nella ricerca e nella
individuazione delle soluzioni più rispondenti ai
diversi contesti, le scuole polo incaricate della
formazione dovranno far pervenire ai Poli
Regionali di Documentazione (vedi paragrafo
successivo) i documenti e i materiali prodotti
nell’ambito delle attività formative.
Per
la realizzazione delle attività programmate è
previsto che gli Uffici Scolastici
Regionali
affidino a ciascuna delle scuole polo la somma di
£. 70.000.000
A
livello centrale è stato costituito un Gruppo di
Coordinamento Nazionale che:
·
svolge compiti
di indirizzo e di supporto;
·
interagisce
con i Gruppi di Coordinamento Regionale e con le
scuole polo, anche attraverso forme dirette di
coinvolgimento, per garantire un’omogenea
realizzazione dell’ipotesi progettuale;
·
organizza i
seminari nazionali rivolti ai componenti dei
Gruppi di Coordinamento Regionale al fine di
assicurare omogeneità agli interventi formativi e
alle azioni di monitoraggio.
Il
progetto, per l’alto numero delle scuole
coinvolte e la particolare rilevanza del tema
affrontato, presenta elementi di complessità che
rendono necessaria la creazione di un rapporto
costante e sistematico tra i Gruppi di
Coordinamento Regionale e il Gruppo Nazionale. A
tal fine, fatte salve ulteriori forme di
coinvolgimento, per garantire la uniformità nella
realizzazione del progetto, si invitano i Gruppi
di Coordinamento Regionale a concordare con questo
Ufficio centrale la data del primo incontro dei
Gruppi stessi perché possa essere assicurata la
presenza di un componente del gruppo nazionale
(telefoni:
0658495884
- 0658495824 - 0658495848).
Per
il finanziamento del progetto è stata accreditata
agli Uffici scolastici regionali la somma di £
3.300.000.000 ripartita secondo l’ allegato 2
alla C.M. n 269/2000.
3.
POLI REGIONALI DI DOCUMENTAZIONE
I
nuovi scenari che si prospettano a seguito della
prima applicazione delle norme sull’autonomia
stimolano una serie di riflessioni sui nodi
centrali che riguardano il funzionamento delle
istituzioni scolastiche.
La
prima considerazione riguarda il carattere
innovativo dell’autonomia. Non può sfuggire a nessuno, infatti, che essa richiede
l’attivazione di una serie di processi di
cambiamento a cui sono chiamati tutti gli attori
del sistema scuola.
L’innovazione
quindi è coessenziale all’autonomia e coinvolge
tutti gli aspetti della scuola: pedagogici,
organizzativi, relazionali, curricolari, di
rapporti con il territorio.
La
seconda considerazione riguarda il ruolo che
svolgono i diversi soggetti coinvolti nel
processo.
All’
Amministrazione centrale spetta un ruolo di
indirizzo e di stimolo poiché rappresenta il
luogo in cui vengono a sintesi tutte le istanze
presenti nel Paese.
I dirigenti scolastici devono porsi come
“agenti del cambiamento” adattando gli stimoli
che provengono dall’Amministrazione centrale e
regionale alla realtà di ogni singola scuola e
riconducendo ad un unico disegno le molteplici
iniziative poste in essere per la realizzazione
dei processi di innovazione attivati. Essi si
pongono quali garanti della qualità del servizio
scolastico nei confronti della società civile.
Ai
docenti spetta il compito di tradurre le ipotesi
innovative in azioni didattiche idonee a
promuovere un miglioramento qualitativo degli
apprendimenti degli alunni.
Nel
contesto sopra richiamato un ruolo importante
spetta agli istituti comprensivi, che, per molti
versi, hanno manifestato una forte vocazione al
cambiamento anticipando ed esplorando aree di
innovazione che potessero assumere in parte un
carattere paradigmatico. Si citano in particolare
gli istituti comprensivi sperimentali che, per
effetto del progetto di ricerca-azione promosso da
questa Direzione Generale, hanno ricercato e
sperimentato soluzioni operative nuove sul
versante organizzativo, curricolare e di rapporto
con il territorio.
Un
numero considerevole di scuole hanno promosso
innovazioni su una pluralità di aspetti
dell’attività scolastica (accertamento delle
competenze degli alunni, autovalutazione
d’istituto, patti territoriali etc.) con lo
scopo di qualificare ulteriormente l’offerta
formativa in una ottica di continuità tra i
diversi segmenti che attualmente compongono
l’istituto comprensivo.
Inoltre
dall’anno scolastico 1999-2000, in un numero
limitato di scuole medie ed istituti comprensivi,
è stata verificata una prima realizzazione
dell’organico funzionale che ha consentito
esperienze di uso innovativo delle risorse
professionali disponibili in funzione del
potenziamento e della qualificazione
dell’offerta formativa.
Tutte
le esperienze realizzate costituiscono un
patrimonio di suggerimenti operativi che possono
tornare utili nel contesto delineato
dall’attuazione dell’autonomia e della
prevista generale introduzione di tale organico ad
essa strettamente collegato.
Allo
scopo quindi di non disperdere le esperienze
maturate nel tempo, questa Direzione Generale ha
avviato la creazione di “Poli Regionali di
Documentazione” (PRD) secondo le linee di
indirizzo appresso specificate Il progetto “
Poli Regionali di Documentazione” (PRD) si
iscrive nel quadro delle iniziative finalizzate ad
offrire occasioni di crescita per tutta la scuola
di base proprio per le caratteristiche innovative
che l’istituto comprensivo ha assunto rispetto
alle ipotesi di cambiamento prospettate non solo
dall’autonomia ma anche dal riordino dei cicli.
L’innovazione infatti va sostenuta sul piano
normativo, amministrativo, pedagogico per
realizzare un cambiamento effettivo delle modalità
di fare scuola.
L’iniziativa
in oggetto mira a creare strutture stabili sul
territorio con lo scopo specifico di: -
raccogliere, selezionare, catalogare i materiali
prodotti dagli istituti comprensivi e dalle scuole
che hanno attuato l’organico funzionale a
seguito di specifici progetti di sperimentazione e
di innovazione;
·
mettere in
rete, utilizzando siti dedicati, i suddetti
materiali allo scopo di consentire una migliore e
più facile fruizione da parte delle scuole
interessate;
·
creare un
circuito comunicativo tra le scuole che serva a
migliorare la qualità del servizio scolastico;
·
dare visibilità
esterna a tutti gli istituti comprensivi.
Si
ritiene che i Poli Regionali di Documentazione (PRD)
possano costituire dei punti di riferimento sul
territorio per gli istituti comprensivi
interessati e per tutte le scuole medie, anche in
vista di ulteriori azioni di supporto che questa
Ministero potrà avviare in futuro.
Il
carattere di complessità presentato
dall’iniziativa suggerisce l’utilizzo di un
approccio graduale e sperimentale che permetta da
un lato di dare concreto avvio all’attività e
dall’altro di apportare tutte quelle correzioni
che dovessero rendersi necessarie; pertanto con il
numero di istituti comprensivi indicato
nell’allegato n. 5 per la costituzione di
ciascun polo, determinato in relazione al numero
di tali istituti funzionanti sul territorio
nell’anno scolastico 1999-2000, si è inteso
identificare un primo nucleo di scuole per la
progettazione e strutturazione del sistema di
documentazione regionale, ampliabile negli anni
successivi in relazione alle esigenze del
territorio.
Per
quanto riguarda la scelta degli istituti
scolastici da coinvolgere nell’iniziativa,
raccogliendo anche le indicazioni che emergono dal
Rapporto Finale sul Progetto di Ricerca-Azione
“L’Istituto Comprensivo Sperimentale:
laboratorio per l’innovazione”, nonché le
suggestioni contenute nel documento “Le
condizioni di successo dell’Istituto
Comprensivo”, si ritiene che i 22 Istituti
Comprensivi Sperimentali (all. n. 1), per il
bagaglio di esperienze maturate all’interno del
progetto sopra citato, siano le scuole da
individuare prioritariamente. Nelle regioni dove
non si registra la presenza di istituti
comprensivi sperimentali o a completamento del
numero di istituti indicato per la costituzione
dei poli, l’Ufficio Scolastico Regionale
identificherà il numero di istituti comprensivi
necessario secondo i seguenti criteri di massima:
·
equa
distribuzione delle scuole del polo sul
territorio;
·
istituzioni
scolastiche che si siano distinte per qualità dei
processi innovativi avviati;
·
permanenza del
dirigente scolastico;
·
presenza di
idonee infrastrutture (locali, attrezzature
informatiche ecc.)
·
accertata
disponibilità di docenti per la realizzazione
degli obiettivi del polo regionale di
documentazione.
Nell’ambito
delle scuole costituenti il polo regionale dovrà
essere identificata una scuola capofila alla quale
verranno accreditati i fondi per la realizzazione
di tutte le attività attinenti la progettazione,
la costituzione e il funzionamento del polo.
Gli
Uffici regionali, avvalendosi dei NOR e del
dirigente scolastico della scuola capofila,
redigeranno un progetto di formazione per lo
sviluppo delle competenze necessarie alla
raccolta, organizzazione e diffusione di materiali
significativi rispetto ai 5 filoni tematici
segnalati nella C.M. 269. Il progetto dovrà
essere corredato da una dettagliata previsione
degli impegni di spesa e contenere il piano delle
azioni per il monitoraggio del processo coerenti
con le indicazioni fornite nella direttiva n. 202
del 16 agosto 2000.
Il
Polo Regionale di Documentazione avrà i seguenti
compiti:
·
raccogliere,
classificare e organizzare le documentazioni
inviate dagli istituti comprensivi e dalle scuole
che attuano l’organico funzionale;
·
costituire un
sito Internet dedicato che dovrà contenere anche
le documentazioni inviate dalle scuole;
·
creare una
banca dati relativa agli istituti comprensivi che
fanno parte del polo;
·
raccogliere le
documentazioni e i materiali prodotti nelle
attività di formazione avviate a livello locale
dai NOR o da altri soggetti;
·
promuovere la
diffusione nelle opportune sedi della
documentazione raccolta;
·
adottare tutte
quelle iniziative che possano dare visibilità
agli istituti comprensivi.
Il
monitoraggio sarà attuato da questo Ministero
secondo linee e strumenti che verranno
tempestivamente portati a conoscenza delle realtà
locali. Per
il finanziamento del progetto è stata accreditata
agli Uffici Scolastici Regionali la somma di £
656.000.000 la cui ripartizione, effettuata in
relazione al numero degli istituti comprensivi
costituenti il polo regionale, è riportata nel già
citato allegato 5.
Si
ringrazia per la collaborazione e si confida
nell’impegno di quanti, a diverso titolo, sono
coinvolti nei processi di sviluppo del sistema
scolastico e di miglioramento degli apprendimenti
degli alunni.
IL DIRETTORE GENERALE
Alfonso Rubinacci
ALLEGATO
N. 1: ELENCO DEGLI ISTITUTI COMPRENSIVI
SPERIMENTALI COINVOLTI NEL PROGETTO DI
RICERCA-AZIONE
ALLEGATO
N. 2: SCHEDA RAPPORTO SUL PERCORSO DI
FORMAZIONE
ALLEGATO
N. 3: ELENCO DELLE SCUOLE MEDIE E DEGLI
ISTITUTI COMPRENSIVI
AUTORIZZATI
AD ATTUARE L’ORGANICO FUNZIONALE AI SENSI DEI
DD.MM. N. 71/1999 e n.105/2000
ALLEGATO
N. 4: ELENCO DELLE SCUOLE MEDIE AUTORIZZATE A
SPERIMENTARE IL TEMPO FLESSIBILE
ALLEGATO
N. 5: PROGETTO DI FORMAZIONE “POLI REGIONALI
DI DOCUMENTAZIONE
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